Guido Michelone, I Simpson. Una famiglia dalla A alla Z, Bompiani, 2000, 12 gennaio 2001
«Sit com. I nuovi cartoon televisivi degli anni Novanta hanno spesso guardato alla sit com quale punto di riferimento sul piano retorico e narrativo
«Sit com. I nuovi cartoon televisivi degli anni Novanta hanno spesso guardato alla sit com quale punto di riferimento sul piano retorico e narrativo. In questo senso i Simpson sono stati i primi a rifarsi a un genere che appartiene ormai alla tradizione mediale americana, pur ribaltandone taluni presupposti comunicativi. Occorre dire anzitutto che la sit com, abbreviazione di situation comedy, è una serie per il piccolo schermo che presenta appunto ’situazioni da commedia’, ponendo di solito al centro dell’attenzione, in toni umoristici, un ambiente familiare collocato nel proprio ambiente domestico. Le riprese in interno, addirittura, si limitano a filmare un solo ambiente, come il tinello o comunque gli spazi più frequentati in casa propria. Oltre l’impatto scenografico, anche la regia è povera, nel senso che le inquadrature sono rare, fisse e ripetitive (primi piani sui singoli protagonisti, qualche campo totale sul gruppo intero), studiate in modo che il dialogo prevalga sull’azione, con la parola e la battuta ad acquistare un’importanza fondamentale. Per indurre lo spettatore a ridere di queste frasette spesso banali vengono inserite di frequente le risate off (posticce); rispetto al carattere bonario e ridanciano i temi discussi sono talvolta gravi, ostici, dolorosi, ma i rituali euforici della sit com tendono quasi forzatamente a parodiare tutto, a mutare in farsa anche gli aspetti drammatici, ad arrivare sempre all’happy end, a estremizzare così a fondo le circostanze da renderle buffe, grottesche, inoffensiveª