Cesare Zavattini "Straparole". Sta in Cesare Zavattini "Romanzi, Diari, Poesie" a cura di Renato Barilli. Bompiani, 1974, pagg 511-512, 13 gennaio 2001
"Mi rifugiai sotto un portone, dalla casa di fronte venivano le note di un valzer, la pioggia cessò e al balcone di quella casa apparve una giovanetta bruna vestita di giallo
"Mi rifugiai sotto un portone, dalla casa di fronte venivano le note di un valzer, la pioggia cessò e al balcone di quella casa apparve una giovanetta bruna vestita di giallo. Non la vedevo bene lassù, non avrei potuto dire, "le sue narici rosa", ma m’innamorai, forse fu l’odore della polvere sollevata dall’acquazzone, forse il brillare delle grondaie per il sole riapparso (siamo seguiti in punta di piedi da qualcuno che fa le nubi, suscita clamore nelle vie solamente perché ci spingano dove a lui conviene ma in modo che si incolpi la nube e i clamori). Alla fanciulla cadde dal balcone un fazzoletto, corsi a raccoglierlo e via dentro il portone su per le scale. Al sommo delle quali aspettava la fanciulla: "Grazie," disse. "Come ti chiami?" domandai ansimando. "Anna," rispose e sparì. Le scrissi una lettera che non ho mai più scritto nella vita, dopo un anno era mia moglie. Siamo felici, ci viene spesso a trovare Maria, la sorella di Anna, si amano e si somigliano anche nel volto. Un giorno, si parlò di quel pomeriggio d’estate, come Anna e io ci eravamo conosciuti. ’Ero al balcone,’ raccontò Maria, ’a un tratto mi cadde il fazzoletto. Anna suonava il piano. Le dissi: ’Mi è caduto il fazzoletto, uno sta riportandolo’. Essa, meno timida di me, ti venne incontro e vi conosceste, lo ricordo come fosse ieri, avevamo entrambe il vestito giallo’" (Cesare Zavattini)