Rosario Amodeo, "Guardale le sirene. Crescere nelle Due Sicilie". Marsilio 2000, 13 gennaio 2001
«Il 31 marzo 1492 si firmava a Granada l’editto che bandiva gli ebrei da tutti i regi dominî, quindi anche dalla Sicilia, che contava allora un milione di abitanti
«Il 31 marzo 1492 si firmava a Granada l’editto che bandiva gli ebrei da tutti i regi dominî, quindi anche dalla Sicilia, che contava allora un milione di abitanti. Gli ebrei, secondo le valutazioni degli storici, sarebbero stati ”non meno di un decimo” della popolazione. Quindi più di centomila. ”Salva la precisa esattezza del calcolo, gl’Israeliti formavano certo una frazione notevole degli abitanti dell’isola: ne formavano, ad ogni modo, una parte specialmente produttiva e proficua... Nella borghesia di quel tempo, sì limitata e scarsa, rappresentavano il meglio per propria entità e reale indipendenza dal governo e da’ nobili... I loro operati riportavano il vanto per assidua attenzione al travaglio e perizia meccanica”. "Su questa fiorente e decisiva minoranza si abbattè l’editto di espulsione e quel ”crollo portato alle condizioni esistenti della industria e del traffico riagiva immediato sopra i ceti inferiori”. Il La Lumia, dal quale sono tratte le citazioni, così ne descrive la partenza: ”Dal centro e dai punti più remoti dell’isola i proscritti, viaggiando a comitive con le loro donne, loro vecchi e bambini, raccoglievansi principalmente in Palermo. Qui i loro fratelli ne aspettavan l’arrivo, per congiungersi e per muovere insieme. Nell’antico porto... si accalcavano poi tutti sulle tolde de’ legni preparati a condurli oltremare. Era un popolo intero che sciogliea per l’esilio...”. "’La perdita che la partenza degli Ebrei cagionava, in risultato, alla Sicilia non era di quelle che possono tradursi in nette cifre statistiche, ma dell’altre bensì di cui soffre e geme a lungo un paese come di profonda ed esiziale ferita. I commerci giacquero prostrati ed annullati per modo da non poter facilmente risorgere in mano agl’indigeni; v’ebbero nelle varie città quartieri deserti, case inabitate e crollanti, chiuse e abbandonate officine; nella circolazione monetaria si faceva un gran vuoto... E quella catastrofe del 1492 restò indelebilmente scolpita tra i peggiori ricordi che il dominio de’ re di Spagna lasciasse nell’isola” (Isidoro La Lumìa, Gli Ebrei siciliani)».