16 gennaio 2001
Vincenzo Ruffa, di anni 47, disoccupato, suona alla porta dei suoceri presso i quali, da qualche tempo, vive la moglie Maria Firenze, di anni 42, che l’ha lasciato perché lui è disoccupato e lei non ce la fa più a vivere senza vedere mai una lira
Vincenzo Ruffa, di anni 47, disoccupato, suona alla porta dei suoceri presso i quali, da qualche tempo, vive la moglie Maria Firenze, di anni 42, che l’ha lasciato perché lui è disoccupato e lei non ce la fa più a vivere senza vedere mai una lira. L’uomo - gentile, affabile - chiede di parlare con la moglie, i due si chiudono quindi in camera da letto, dalla quale ben presto giungono grida e imprecazioni e infine colpi di pistola, s’apre la porta ed ecco il Ruffa uscire dalla stanza con la 7.65 in mano, in corridoio il cognato Luigi di anni 39 intravede appena il corpo della sorella disteso per terra che viene sparato a sua volta, il Ruffa scavalca quindi il cadavere che gli intralcia il cammino e, scorta la suocera Anni Maria di anni 72 impietrita sulla porta della cucina con una mano davanti alla bocca, la fulmina. Tornato poi in camera da letto, si sdraia accanto al corpo della moglie e si tira un colpo alla tempia (Gioia Tauro, provincia di Reggio Calabria. Alle 19.00 di domenica 29 dicembre).