Gianni Vattimo, la Repubblica 4/1/01 pagina 37-38., 16 gennaio 2001
Secondo Vattimo l’Illuminismo oggi deve tener conto della storicità della ragione, riconoscendo che il nostro guardare al mondo non è mai puro, ma è un fatto storico motivato:«Nessuno scienziato guarda il mondo «oggettivamente» per amore della verità
Secondo Vattimo l’Illuminismo oggi deve tener conto della storicità della ragione, riconoscendo che il nostro guardare al mondo non è mai puro, ma è un fatto storico motivato:«Nessuno scienziato guarda il mondo «oggettivamente» per amore della verità. Lo fa per vincere il Nobel, o per produrre una medicina utile anche a se stesso, o per realizzare un mondo più giusto eccetera. I «valori» per i quali si muove non sono scritti in qualche ordine naturale, sono scelti liberamente. Che non vuol dire a capocchia ed arbitrariamente: ma appunto in relazione alla loro «presentabilità» agli altri, alla loro capacità di resistere ad ogni obiezione umanamente immaginabile nella situazione concreta». Vattimo pensa che l’etica e la politica moderna non debbano appellarsi alla natura, alla datità del vero o a leggi eterne, ma al «consenso umano». Ad esempio, non posso dire che le minoranze etniche vanno sterminate pensando che tutti saranno d’accordo. Le leggi debbono essere fondate sul consenso consapevole:«Se voglio vivere in un mondo che garantisca la mia libertà devo per forza espormi al rischio di vivere in una società democratica, dove, per l’appunto, le leggi sono fatte con il consenso argomentato di tutti».