Cesare Medail sul Corriere della Sera del 13/1/2001 a pagina 8., 13 gennaio 2001
Nella prima avventura, "Il totem misterioso" (15 lire, carta povera, formato lungo e stretto da mettere in tasca), Tex assomiglia a Gary Cooper, «ma ben presto fu proprio Bonelli a non volere che il suo eroe evocasse quel West di celluloide
Nella prima avventura, "Il totem misterioso" (15 lire, carta povera, formato lungo e stretto da mettere in tasca), Tex assomiglia a Gary Cooper, «ma ben presto fu proprio Bonelli a non volere che il suo eroe evocasse quel West di celluloide. Infatti, mentre sullo schermo John Wayne faceva straghe di "musi rossi", sotto la Madonnina nasceva un cavaliere senza macchia e amico degli indiani, decenni prima che film come "Soldato blu" o "Balla coi lupi" rovesciassero le parti tra buoni e cattivi». Aurelio Galeppini, il primo disegnatore, non s’ispira ai paesaggi dei film di John Ford ma «alla sua Maremma»; le rocce sono quelle delle coste sarde e i grandi monoliti ricalcano le Pale di San Martino. Tex ha però un indirizzo preciso: in qualità di ranger e agente governativo dei Navajos, il suo recapito è presso l’ufficio postale di Kayenta, Arizona, piccolo centro della riserva Navajo, pochi chilometri a sud della Monument’s Valley, un centinaio a ovest del Grand Canyon. «Agli esordi Tex è un fuorilegge osteggiato da vari sceriffi e temuto da loschi figuri che invano tentano di annientarlo: da Coffin, il sadico bandito della prima storia, alla "Mano Rossa", un’associazione a delinquere composta da cinque insospettabili, da Mephisto al Signore degli Abissi. Poi diventa ranger del Texas e amico di Kit Carson, sposa la figlia di un capo indiano, Lilith, che nell’album numero 7 muore per un vaiolo diffuso ad arte dai cattivi».