17 gennaio 2001
A quello che si capisce, il conte Alvise di Robilant, di anni 72, grande antiquario, ha passato la sua ultima sera in vestaglia da camera, suonando Bach al pianoforte
A quello che si capisce, il conte Alvise di Robilant, di anni 72, grande antiquario, ha passato la sua ultima sera in vestaglia da camera, suonando Bach al pianoforte. Poi ha aperto la porta a qualcuno. Giovedì mattina la domestica l’ha trovato nel salone principale, riverso al suolo accanto al divano. Cranio fracassato da tre colpi inferti probabilmente con un abat-jour, schermo del computer rotto, sangue schizzato da tutte le parti, caos in casa. Il mistero, mentre scriviamo, è assoluto (il conte fu per anni amministratore delegato di Sotheby’s; apparteneva a una prestigiosa famiglia veneziana discendente dai dogi Mocenigo, era divorziato dalla moglie Betty, da cui aveva avuto i tre figli Andrea, Filippo e Tristano; ancora affascinante e charmant, qualche volta ancora in compagnia di belle donne; e se fosse stata una donna? Gli investigatori non lo escludono. (Firenze, Palazzo Rucellai. La notte di mercoledì 15 gennaio).