Vittorio Feltri, Panorama, n. 3 1997, 17 gennaio 2001
Così Pacciani tira a campare avviandosi alla pensione, ma non alla pace dei sensi. Per rompere la noia dei lunghi e sempre uguali pomeriggi nel casolare trova un diversivo eccitante: acquattarsi dietro le siepi e spiare le coppiette in sosta con i sedili reclinati
Così Pacciani tira a campare avviandosi alla pensione, ma non alla pace dei sensi. Per rompere la noia dei lunghi e sempre uguali pomeriggi nel casolare trova un diversivo eccitante: acquattarsi dietro le siepi e spiare le coppiette in sosta con i sedili reclinati. Il paese è piccolo e la gente mormora. In breve si viene a sapere del passatempo preferito dal Pietro e qualcun altro lo vuol provare. I campi dietro a quelle siepi si affollano come un cinema: si dà il caso, però, che il film si tinga di giallo perché su quelle stesse colline si consumano decine di delitti. Tutti a sfondo sessuale. Dell’assassino si conosce quasi niente, se non che è il mostro di Firenze davanti alle cui imprese il mondo sbalordisce.