Enrico Mannucci Sette 18/1/2001 alle pagine 75-79, 18 gennaio 2001
«Italo Calvino poggiava sul tavolo il gomito sinistro, sulla mano sinistra affondava (quasi) la testa e, seduto di sghembo alla scrivania, scriveva e scriveva sul retro lucido di vecchie bozze (allora i libri si componevano, avevano una materia e un corpo, ora sono dischetti-fantasma), uno slogan per una fascetta, o per un retro, sostituendo venti volte il sostantivo ed eliminando tutti gli aggettivi che io, suo praticante, cercavo di infilarvi
«Italo Calvino poggiava sul tavolo il gomito sinistro, sulla mano sinistra affondava (quasi) la testa e, seduto di sghembo alla scrivania, scriveva e scriveva sul retro lucido di vecchie bozze (allora i libri si componevano, avevano una materia e un corpo, ora sono dischetti-fantasma), uno slogan per una fascetta, o per un retro, sostituendo venti volte il sostantivo ed eliminando tutti gli aggettivi che io, suo praticante, cercavo di infilarvi...».