Enrico Mannucci su Sette del18/1/2001 alle pagine 75-79., 18 gennaio 2001
«Nella sua aristocratica e malinconica solitudine Giulio Bollati era sempre insoddisfatto degli altri, eppure passava le sue giornate, con l’ostinata pazienza di un grande diplomatico della cancelleria fiorentina, a rendere i libri degli altri almeno soddisfacenti (in questo era un Guicciardini dell’editoria, adesso non ce n’è neppure l’ombra)
«Nella sua aristocratica e malinconica solitudine Giulio Bollati era sempre insoddisfatto degli altri, eppure passava le sue giornate, con l’ostinata pazienza di un grande diplomatico della cancelleria fiorentina, a rendere i libri degli altri almeno soddisfacenti (in questo era un Guicciardini dell’editoria, adesso non ce n’è neppure l’ombra). E, come un grande diplomatico, sapeva riportare nel nostro ovile autori allo sbando: penso a tanti, a Paolo Volponi, il suo "cliente" più difficile - collerico, umoroso, imprevedibile - ma anche il suo trionfo».