Giampaolo Pansa, L’Espresso n. 4, 1997, 18 gennaio 2001
Ventisei anni fa, Leonardo Sciascia, fissandomi con gli occhi piccoli e la faccia grigia e chiusa, mi aveva detto: «L’Italia, e non soltanto la Sicilia, è un paese disperatamente mafioso, da spazzare
Ventisei anni fa, Leonardo Sciascia, fissandomi con gli occhi piccoli e la faccia grigia e chiusa, mi aveva detto: «L’Italia, e non soltanto la Sicilia, è un paese disperatamente mafioso, da spazzare. Questa è una campana che è suonata per tutti». Mi era sembrato troppo gonfio di disperazione, Sciascia, in quell’ottobre palermitano, con i suoi lunghissimi silenzi. Oggi debbo dire che aveva ragione. Siamo diventati tutti aggressivi, volgari, isterici, pronti all’insulto e a menare le mani. Gli atti di piccola ferocia di cui è piena la nostra vita quotidiana ormai non ci stupiscono più. I ricordi di come eravamo venti, trent’anni fa, ci sembrano angosciosi e ridicoli. I miei ricordi, poi, sono anche più vecchi e, dunque, sarà meglio buttarli. Avanti con i sassi, fratelli d’ltalia! E urliamo in coro: bingo!