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 2001  gennaio 18 Giovedì calendario

«Abbiamo scritto "Canzone per l’estate", Fabrizio e io, fra il ’73 e il ’74. Passammo quasi un mese da soli nella sua casa in Gallura, davanti a una spiaggia meravigliosa dove peraltro credo che non mettemmo mai piede: avevamo tutti e due delle storie sentimentali burrascose

«Abbiamo scritto "Canzone per l’estate", Fabrizio e io, fra il ’73 e il ’74. Passammo quasi un mese da soli nella sua casa in Gallura, davanti a una spiaggia meravigliosa dove peraltro credo che non mettemmo mai piede: avevamo tutti e due delle storie sentimentali burrascose. Era uno strano modo di lavorare il nostro: non ci siamo mai messi seduti a dire "Adesso scriviamo questa canzone". Semplicemente integravamo e correggevamo l’uno gli appunti dell’altro, certe volte senza nemmeno parlarne, senza nemmeno incontrarci magari, perché lui dormiva di giorno e lavorava di notte e viceversa. Le musiche ci venivano abbastanza facilmente - Fabrizio era un eccezionale musicista - e le registravamo su un piccolo registratore a pile. Così vennero fuori "La cattiva strada", "Canzone per l’estate", "Oceano"... Fabrizio beveva e fumava tantissimo e io gli stavo dietro con un certo successo. E’ difficile pensare a Fabrizio come a uno che non c’è più: quando se n’è andato non ci vedevamo da tanto tempo. Credo di averlo sentito al telefono circa un anno prima che morisse e aveva la sua solita bella voce, l’intelligenza correva sul filo. Era un uomo generoso e bellicoso, difficile da amare e difficilissimo da andarci d’accordo. Uno dei ricordi più belli che conservo di lui è quando andammo all’Idroscalo di Milano sulle montagne russe del Luna Park, insieme a Dori: scendemmo felici e ubriachi con lo stomaco in bocca e andammo a finire la serata chissà dove. Ho messo la nostra canzone in questo disco non per fargli un omaggio (non ne ha bisogno e non so se gli piacerebbe). E’ solo una buona canzone che oggi, dopo tutti questi anni, sento un po’ più mia» (Francesco De Gregori ricordando Fabrizio De Andrè).