Massimo Gramellini, Micromega, n.1, 1997, 19 gennaio 2001
In un paese che non rimpiange il craxismo ma ha già nostalgia della democrazia cristiana e adora il berlusconismo anche quando detesta Berlusconi, l’unico leader possibile è il collezionista di figurine (figuracce) Walter Veltroni (Roma, 42 anni, 78 kg, esordio in serie A nel 1978 come consigliere comunale del Pci)
In un paese che non rimpiange il craxismo ma ha già nostalgia della democrazia cristiana e adora il berlusconismo anche quando detesta Berlusconi, l’unico leader possibile è il collezionista di figurine (figuracce) Walter Veltroni (Roma, 42 anni, 78 kg, esordio in serie A nel 1978 come consigliere comunale del Pci). Il 1997 non sarà un anno facile per «Testa a pera», come lo chiamavano a sua insaputa i colleghi dell’Unità, ma alla fine il derby con D’Alema non può che avere un vincitore: lui. Il perché lo ha già spiegato Umberto Eco nella Fenomenologia di Mike Bongiorno, che il giovane Principe ricorda persino fisicamente. Mentre D’Alema, come Craxi, affascina i machiavellici ma non assomiglia all’Italia che vorrebbe governare, Veltroni è il prototipo dell’everyman di sinistra: la classe di insegnanti e impiegati a reddito fisso e frustrazione variabile che ha sostituito il proletariato come baricentro elettorale dei progressisti e nerbo sociale del paese. Per chi non ha mai visto uno dei trentacinque talk show televisivi a cui partecipa; per chi non ha mai letto una sua intervista politica o gustato una sua recensione cinematografica; per chi non ha mai assistito a un convegno, mostra, inaugurazione che lo annoverasse fra gli ospiti d’onore; insomma per chi ha lasciato l’Italia da almeno un anno e ha preso la decisione opinabile di rientrarci proprio adesso, può essere utile un ritratto introduttivo del personaggio.