Massimo Gramellini, Micromega, n.1, 1997, 19 gennaio 2001
Quando alla vigilia delle Olimpiadi gli chiesero per quale atleta italiano avrebbe fatto il tifo, rispose con il nome delle due riserve della staffetta 4x100 di atletica «perché sono i protagonisti più oscuri, quelli che soffrono di più»
Quando alla vigilia delle Olimpiadi gli chiesero per quale atleta italiano avrebbe fatto il tifo, rispose con il nome delle due riserve della staffetta 4x100 di atletica «perché sono i protagonisti più oscuri, quelli che soffrono di più». Non è importante che lo pensasse davvero oppure no (speriamo di no). importante che la gente si aspetti ormai da lui questo tipo di risposte e dimostri di gradirle. In fondo, proprio come Berlusconi, Veltroni è funzionale al modello televisivo imperante, ciòè all’unica forma di cultura a cui gli elettori italiani di destra e di sinistra siano abituati: come il Cavaliere assomiglia a una televendita di prosciutti, così il Principino sembra uscire da una puntata di ”Carramba che sorpresa” o di qualche altro talk-show a elevata lacrimazione. Ma la lacrima non basta: per diventare autenticamente veltroniano il modello deve essere sano e didascalico. Perché, al pari di ogni altro potere femminile, anche quello neodemocristiano di Veltroni si prefigge come scopo l’educazione. Lo dimostra la Rai dell’Ulivo, che sta a Veltroni come la Fininvest a Berlusconi e il Pds a D’Alema: è il partito reale del Principino, modellato a sua immagine e somiglianza.