Roberto Cotroneo, L’Espresso n.6, 1997, 22 gennaio 2001
Perfino nel finale il tuo Andrea sembra Cattivik. Non gli manca niente. C’è un padre che è costretto dagli uomini di Tito a uccidere il suo migliore amico, nel 1948: e sappiamo bene che tutto questo è tragicamente accaduto; poi il padre diventa muto per il dolore, non parla più, e il figlio comincia a odiare il mondo
Perfino nel finale il tuo Andrea sembra Cattivik. Non gli manca niente. C’è un padre che è costretto dagli uomini di Tito a uccidere il suo migliore amico, nel 1948: e sappiamo bene che tutto questo è tragicamente accaduto; poi il padre diventa muto per il dolore, non parla più, e il figlio comincia a odiare il mondo. Come lo odia Walter. Persino la suora, per un buon tratto della sua vita, odia il mondo. A lei gli Ustascia massacrano la famiglia intera; allora, gonfia di rancore, prende ad aggirarsi per ogni dove, e soltanto dopo si fa suora. Se aggiungiamo che anche il padre di Walter odia il mondo, e che tutti gli altri personaggi vengono trattati come vermi, Anima mundi è proprio un bell’esempio di generosità letteraria.