Paolo Mastrolilli, Liberal, febbraio 1997, 23 gennaio 2001
Naturalmente questa riscoperta del talento ha un rovescio della medaglia, del quale si dovrebbe occupare prima di tutto la politica
Naturalmente questa riscoperta del talento ha un rovescio della medaglia, del quale si dovrebbe occupare prima di tutto la politica. Sembra averlo capito il presidente americano Clinton, il quale ha deciso di dedicare i primi mesi del secondo mandato alla ricerca di risposte per la sfida centrale che secondo lui fronteggia l’America, cioè la transizione da società industriale a informatica. Il primo obiettivo che si pone il capo della Casa Bianca è infatti il miglioramento dell’istruzione, in modo da garantire a tutti pari opportunità nello sviluppo del proprio talento. E il secondo è il pareggio del bilancio nell’ambito di una riforma del welfare che non distrugga lo Stato sociale, per dare protezione a chi, senza responsabilità personali, non riesce comunque a trovare posto nella nuova logica del mercato globale e del riconoscimento delle capacità. Fra i due estremi, tuttavia, un’istruzione d’élite che apre tutte le porte, e il welfare che salva dalla fame, c’è tutta una gamma di espressioni intermedie del talento alle quali possono dare soddisfazione tanto il settore privato quanto quello pubblico, o anche le singole comunità. Come ben hanno capito gli americani.