Roberto Allegri su Le tentazioni de Il Giorno del 24/1/2001 a pagina 3., 24 gennaio 2001
Il cagnolino di Giuseppe Verdi
Nel 1856 Giuseppe Verdi ricevette in regalo un cagnolino di razza maltese (preferita dagli aristocratici dell’epoca). Si trattava di un maschio, ma Verdi volle comunque dargli un nome da femmina, Lulù. Il maestro non se ne separava mai: quando componeva, lo teneva su una poltroncina vicino al pianoforte, durante le pause gli parlava e gli chiedeva consigli. Un giorno Lulù si ammalò, e Verdi capì che sarebbe morto presto. Commissionò allora al pittore Filippo Palizzi un dipinto a olio di forma ovale, quaranta centimetri per trenta, che ritraeva la bestiola con un fiocchetto azzurro e le zampine poggiate sul tavolo, e lo tenne sempre sul pianoforte (ora è conservato nella camera da letto della moglie, a Villanova D’Adda). Lulù fu tra i pochissimi testimoni delle nozze del compositore, a lungo tenute segrete e rese note solo un anno dopo la morte del cagnolino (28 luglio 1867). Ci fu anche una cerimonia funebre: Verdi depose il corpicino nella buca all’angolo del giardino, in modo da poterla vedere dalla finestra del suo studio. Poche ore dopo scrisse a un amico, il conte Arrivabene: «Povera bestiolina. Il mio dispiacere è grandissimo e la Peppina è nella desolazione».