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 2001  gennaio 24 Mercoledì calendario

Salvatore Mercurio, detto ’a biella, anni 25, di Angri. Vincenzo D’Amora, anni 24, di Sant’Antonio Abate

Salvatore Mercurio, detto ’a biella, anni 25, di Angri. Vincenzo D’Amora, anni 24, di Sant’Antonio Abate. Giovanni Innacco, muratore, detto o’ sarachiello, anni 30, di Sant’Antonio Abate. Vincenzo Nastro, ladro d’auto, anni 36, di Lettere. Salvatore ’a biella è un delinquente abituale, è stato a lungo guardaspalle di camorristi ed è uscito dieci mesi fa dal carcere. D’Amora oltre che malvivente è anche uno squilibrato: nel 1991 sparò furibondo al cartomante che gli prediceva un arresto imminente (la predizione si avverò). Giovanni o’ sarachiello e Nastro sono due balordi affamati di soldi. Si incontrano tutti e quattro in un bar malfamato di Angri. Salvatore ’a biella propone una rapina: pensiamo noi alle armi, dice indicando D’Amora, voi due guaglioni rubate una macchina e stasera stessa ci siamo fatti i soldi. Alle una e trenta della notte di sabato primo marzo i quattro sono davanti al pub ”Spectrum”, di Lettere, un paesino della penisola sorrentina, sulle colline stabiesi, mèta di pic-nic e passeggiate, un centro turistico per famiglie. Il locale sembra la caricatura del castello angioino per cui è famoso il paese, un falso castello con un falso ponte levatoio, le pareti dipinte di nero con disegni di catene, il posto è molto di moda e ogni fine settimana centinaia di persone partono da Napoli e dintorni per andarci a bere birra e mangiare patatine. Nastro fa il palo, cioè rimane in macchina, gli altri tre, dopo alcune esitazioni, entrano. Hanno una pistola semiautomatica e un fucile a pompa con la canna segata, sul volto calze di nylon. Salvatore ’a biella ha il fucile, D’Amora la pistola, Giovanni o’ sarachiello è disarmato. Salvatore spara un colpo in aria, urla di mettersi con la faccia a terra, quasi tutti obbediscono e si preparano a tirare fuori i soldi, ma Massimo Renzullo, 40 anni, geometra di Pozzuoli, si cerca i soldi in tasca fissando i rapinatori. Sta con la moglie e certi amici. Salvatore ’a biella s’infastidisce di quegli occhi e chiede che abbia da guardarlo, l’altro gli dice che non sta facendo niente e che gli sta prendendo i soldi, Salvatore ’a biella intima di abbassare la testa, l’altro non vuole abbassare la testa, salvatore ’a biella dice che gli sparerà, l’altro gli chiede ’o veramente?, Salvatore ’a biella appoggia la canna del fucile a pompa sul petto del geometra di Pozzuoli e spara effettivamente una palla calibro 12. La rapina è finita. I tre corrono fuori, li aspetta l’auto, una Uno bianca rubata. Prima di fuggire si fanno dare 60.000 lire dal parcheggiatore abusivo che lavora davanti al pub finto gotico, unico bottino della loro azione. Massimo Renzulla muore mentre lo portano all’ospedale di Castellamare di Stabia. I rapinatori vengono presi quasi subito. Le armi stavano sotterrate vicino alla casa di Salvatore ’a biella. Salvatore ’a biella, interrogato, ha detto ai carabinieri di aver passato la notte intera a Napoli con delle prostitute. Ma non era vero.