Antonio Gnoli sulla Repubblica del 24/1/2001 a pagina 49; Pietro M. Trivelli sul Corriere della Sera del 24/1/2001 a pagina 19, 24 gennaio 2001
Carlo Bo a proposito del suo amico Carlo Emilio Gadda: «Era un narratore grandissimo, non un romanziere
Carlo Bo a proposito del suo amico Carlo Emilio Gadda: «Era un narratore grandissimo, non un romanziere. Ci conoscevamo benissimo. Era dottissimo. Assistetti una volta a un suo intervento, durante una conferenza, fatto in un perfetto francese. Incredibile. Era un uomo molto cerimonioso, dentro di sé malediva di esserlo. So che una volta telefonò a Roberto Longhi, il critico d’arte, con la ferma intenzione di insultarlo per delle cose che Longhi aveva detto. E quando lui rispose, si profuse in complimenti sperticatissimi. Era più forte di lui». «Con Gadda e Montale ho vissuto per molti anni, e i ricordi sono tantissimi. Gadda, per esempio, che si compiaceva di venirmi a trovare a Sestri d’estate, per gustare il mio pesto, di cui informava puntualmente i suoi corrispondenti epistolari, era quel tipo che poi abbiamo imparato a conoscere: dentro e fuori dalla realtà allo stesso tempo. Soprattutto quando ti faceva i complimenti, ma dentro di sé ti dava del cretino. Non sono solo aneddoti, non era solo un atteggiamento: era, in Gadda, qualcosa di naturale, di innato. Lui sapeva tutto. Parlava diverse lingue, aveva fatto grandi letture. Mi ricordo che una volta a Firenze si fece dare una bibliografia su Cervantes da un grande ispanista, che poi si accorse che Gadda ne sapeva più di lui».