Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  gennaio 24 Mercoledì calendario

Carlo Bo a proposito del suo amico Carlo Emilio Gadda: «Era un narratore grandissimo, non un romanziere

Carlo Bo a proposito del suo amico Carlo Emilio Gadda: «Era un narratore grandissimo, non un romanziere. Ci conoscevamo benissimo. Era dottissimo. Assistetti una volta a un suo intervento, durante una conferenza, fatto in un perfetto francese. Incredibile. Era un uomo molto cerimonioso, dentro di sé malediva di esserlo. So che una volta telefonò a Roberto Longhi, il critico d’arte, con la ferma intenzione di insultarlo per delle cose che Longhi aveva detto. E quando lui rispose, si profuse in complimenti sperticatissimi. Era più forte di lui». «Con Gadda e Montale ho vissuto per molti anni, e i ricordi sono tantissimi. Gadda, per esempio, che si compiaceva di venirmi a trovare a Sestri d’estate, per gustare il mio pesto, di cui informava puntualmente i suoi corrispondenti epistolari, era quel tipo che poi abbiamo imparato a conoscere: dentro e fuori dalla realtà allo stesso tempo. Soprattutto quando ti faceva i complimenti, ma dentro di sé ti dava del cretino. Non sono solo aneddoti, non era solo un atteggiamento: era, in Gadda, qualcosa di naturale, di innato. Lui sapeva tutto. Parlava diverse lingue, aveva fatto grandi letture. Mi ricordo che una volta a Firenze si fece dare una bibliografia su Cervantes da un grande ispanista, che poi si accorse che Gadda ne sapeva più di lui».