Antonio Gnoli sulla Repubblica del 24/1/2001 a pagina 49; Pietro M. Trivelli sul Corriere della Sera del 24/1/2001 a pagina 19., 24 gennaio 2001
Carlo Bo a proposito di Eugenio Montale: «Nonostante la sua cautela, Eugenio Montale era il nostro suggeritore principe, sapeva essere molto maligno
Carlo Bo a proposito di Eugenio Montale: «Nonostante la sua cautela, Eugenio Montale era il nostro suggeritore principe, sapeva essere molto maligno. Decideva lui di quali scrittori parlare e come. A un certo punto ce l’aveva con Cardarelli e spinse perché fosse stroncato, poi venne il turno di Pavese. La verità è che Montale s’innamorava delle persone con la stessa velocità con cui se ne disamorava. Non ne ho un ricordo particolarmente positivo, non era una persona generosa come Ungaretti. Montale si avvicinava di più al racconto. Avrebbe potuto scrivere dei romanzi. Una volta mi disse che aveva trovato un titolo per un romanzo sull’Italia: "Il paese dei rasponi". Era uno scherzo, però ci considerava delle mezze seghe». «Montale era un maestro nascosto, segreto, pieno di paure. E nello stesso tempo conscio, giustamente, del suo valore e della sua importanza. Ma sono d’accordo che, senza le poesie, avrebbe avuto un posto di spicco nella storia della letteratura italiana».