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 2001  gennaio 25 Giovedì calendario

Il padre è Herbert, origini tedesche, broker e consulente finanziario. La madre Rose, famiglia polacca

Il padre è Herbert, origini tedesche, broker e consulente finanziario. La madre Rose, famiglia polacca. Divorziano quando Alan ha 5 anni. Cresce con il cugino Wesley: quando diventerà presidente della Fed, festeggierà con un pranzo. Invitati: Wesley e la moglie. I numeri. A 5 anni si esibisce in addizioni a tre cifre a mente. A scuola è bravo in matematica, per il resto è "nella media". E’ mancino. Henry Kissinger, che frequenta la stessa scuola nel quartiere di Washington Heights ed è due anni più avanti, è più bravo di lui. Alan suona il clarinetto nell’orchestrina della scuola. Diventerà amico di Stan Getz, grande del jazz, autore della celebre Girl from Ipanema. Musica. A 17 anni viene accettato all’esclusiva Juilliard School, la miglior scuola: troppa teoria. Entra nell’orchestra di Henry Jerome. Sax tenore, 62 dollari alla settimana. Tiene i conti della band. L’abbandona quando capisce "che sarei stato un musicista mediocre". L’università. Per problemi al polmone non fa il militare. Si iscrive alla New York University, Economia. Laurea nel ’48 summa con laude. Entra nella Conferenza Board, un istituto di ricerca. Sei giorni alla settimana, 4 mila dollari all’anno. Alla domenica gioca a golf. Il matrimonio con la scultrice Joan Mitchell dura dieci mesi. Il Profeta del Cartone. A 32 anni fonde una piccola società di consulenza con un econimista 65enne. La Townsend-Greenspan chiuderà nell’87. Sforna previsioni, macina dati. Azzecca le stime sul fabbisogno di acciaio negli Usa subito dopo la guerra in Corea. Compra per 100 mila dollari un computer Ibm, uno dei primi, grande quanto un’auto, ma si fida più dei suoi calcoli che della macchina. L’uomo che sarebbe diventato uno dei grandi sostenitori della New Economy, allora si fidava più del cartone: se la domanda di cartone sale, vuole dire che i trasporti sono in aumento, e quindi l’economia è in crescita. Ritratto con Chevrolet. Frank Ikard, dell’American Petrolium Institute: "Alan sa dirti quante migliaia di viti ci sono in una Chevrolet del ’64, e quali saranno i rilflessi sull’economia se ne togli tre dal cofano". Miliardario. A fine anni Sessanta, Greenspan è miliardario. Si compra un appartamento all’860 di United Plaza a New York. Washington. Da consulente della campagna elettorale di Nixon a consigliere economico di Ford: Alan lascia la ditta in mano a quattro vice, tutte donne, e va a Washington. E’ in questo periodo che l’Fbi indaga su di lui: sospettano che sia gay. Diventa amico di Dik Cheney, capo dello staff, e di Kissinger. E’ molto ascoltato da Ford. Partecipa ai meeting alla Casa Bianca disteso sul pavimento, per il mal di schiena. Nel ’75 è sulla copertina di Newsweek. Vasca da bagno. Dall’inizio degli anni Settanta, sempre per il mal di schiena, prende l’abitudine di un bagno caldo all’inizio della giornata. Ha una vasca fonda e stretta, con braccioli che gli permettono di leggere. Si sveglia alle 5 e 30, weekend compresi. Dice che alle 6 del mattino il suo quoziente intellettivo è 20 punti più alto che alla 6 di sera. Ritorno a New York. Con la vittoria di Carter, Greenspan torna a New York, alle consulenze e ai discorsi (tariffa: 10-40 mila). Entra in alcuni consigli di amministrazione (tra cui Mobil). Fa il testimonial per la Apple. Il primo a proporgli di tornare in politica è Ted Kennedy. La telefonata di Reagan. La Casa Bianca ci impiega 20 minuti per trovarlo. Lui è steso sul lettino del suo ortopedico. "Signor Greeenspan, c’è il presidente che la cerca". Reagan gli offre la poltrona di chairman della Fed. Lui ricorda: "Per decidere impiegai un nanosecondo". Il Lunedì Nero. 19 ottobre ’87, la Borsa di New York crolla del 22,6%. Al termine di una giornata frenetica, Greenspan emette un comunicato. Tre righe che salvano la baracca. "La Fed è pronta a servire come risorsa di qualità per sostenere il sistema economico e finanziario". Nervosismo. "Se non fossi nervoso, non dovrei stare dove sono". Il Computer. In una giornata tranquilla, controlla ogni mezz’ora i tassi d’interessi, il rapporto marcosterlina, i prezzi di oro e petrolio. In agenda, non tiene più di 3 o 4 incontri al giorno. Il resto è lettura e studio di dati. Ascolta il notiziario della Bbc, legge riviste specializzate come Aviation Week. Bush Senior. Il loro rapporto fu tra i peggiori. Battuto da Clinton nel ’92, Bush attribuì la sconfitta a Greenspan, che non volle alzare i tassi per bloccare la recessione. Comunismo. "Preferisco avere un vicepresidente comunista piuttosto che uno tenero con l’inflazione". Clinton. Un buon rapporto. Clinton ha realizzato uno dei chiodi fissi di Greenspan, il pareggio del bilancio. A dividerli, a volte, l’inflazione. Con i collaboratori, ogni tanto Clinton si lanciava nella sua caricatura. Voce bassa, profonda: "L’inflazione! L’inflazione è il centro dell’universo!". Vacanze. Cinque giorni all’anno, in un tennis club in California. Luna di miele: quattro giorni a Venezia, per sentire un concerto di Vivaldi. Andrea suona il violino. Alan ama Mozart e Rachmaninov. Si sono conosciuti per un’intervista al telefono, si sono incontrati la prima volta un anno dopo, cena al Perigord, ristorante francese. Hanno parlato di musica e basball. Vivono in una casa vittoriana a Palisades, Washington ovest. Dopo 12 anni di convivenza, la sera di Natale del ’96 lui le disse quasi con indifferenza: "Preferisci un matrimonio large o little?". Alla cerimonia 76 invitati, tra cui Colin Powell e Kissinger. Stipendio. Il quarto mandato di Greenspan scade nel 2004. Primo stipendio alla Fed (’87): 89.500 dollari. Oggi: 141.300 dollari (circa 300 milioni di lire). Stipendio di Wim Diusenberg, capo della Banca centrale europea: 350 mila dollari (oltre 700 milioni di lire). Cadavere. John McCain, candito repubblicano alla Casa Bianca: "Se fossi eletto e Greenspan morisse, gli metterei gli occhiali neri e lo lascerei al suo posto". Il Punch. WIlliam McChesney Martin, storico presidente della Fed (dal ’51 al ’70), disse che il suo compito era "togliere la caraffa del punch quando la festa si scaldava troppo". Lo stesso ha fatto, in questi anni, Greenspan. Ma ora, che l’economia dà segni di raffredamento, ha lasciato intendere che rimetterà il punch in circolazione. Sarà un atterraggio morbido? Il mondo teme di no, ma aspetta. E spera. Alan onnipotente, dacci oggi il nostro punch quotidiano.ª