II Tempo, 28/012/1996, 25 gennaio 2001
In uno studio pubblicato dalla – Semaine Juridique”, Martine Bourriè-Quenillet, una docente di diritto esperta di risarcimenti, ha analizzato il tormentato iter giuridico e sociologico del danno sessuale che le assicurazioni, per interesse, cercano ancora di minimizzare, e che le vittime, per ignoranza o pudore, spesso preferiscono tenere nascosto
In uno studio pubblicato dalla – Semaine Juridique”, Martine Bourriè-Quenillet, una docente di diritto esperta di risarcimenti, ha analizzato il tormentato iter giuridico e sociologico del danno sessuale che le assicurazioni, per interesse, cercano ancora di minimizzare, e che le vittime, per ignoranza o pudore, spesso preferiscono tenere nascosto. Risulta che dal ’93 al ’95 i risarcimenti più consistenti sono andati a giovani compresi nella fascia che va dai 10 ai 19 anni, in media 308.333 franchi, circa cento milioni di lire. La media degli indennizzi scende a 28.750 franchi, circa 8 milioni di lire, per chi ha superato i 50 anni di età. Da segnalare la rivoluzionaria decisione di un magistrato che ha indennizzato un marito costretto a disertare il talamo coniugale dopo che un medico distratto gli aveva spennellato il pene con un acido sbagliato procurandogli dolorose ustioni. Considerando la media nazionale francese relativa ai rapporti sessuali (uno alla settimana) gli ha fatto liquidare 300 franchi, circa novantamila lire, per ogni mancato incontro d’amore con la moglie. Nell’89, invece, un giudice aveva negato un indennizzo ad una donna che aveva subìto l’asportazione della clitoride in seguito ad un grave incidente.