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 2001  gennaio 25 Giovedì calendario

 difficilissimo, a venticinque anni di distanza, capire se tutte queste stranezze hanno una logica, o furono dovute a una serie di concomitanze fortuite

 difficilissimo, a venticinque anni di distanza, capire se tutte queste stranezze hanno una logica, o furono dovute a una serie di concomitanze fortuite. Certo, comunque, che furono ore e giorni di fortissima emozione e agitazione. Luigi Calabresi era un uomo molto in vista (oggetto di una campagna di stampa che lo indicava come responsabile della morte dell’anarchico Pinelli, sottoposto a processo proprio per quella morte, e nello stesso tempo impegnato nelle più importanti indagini in quel caldo periodo milanese: dal traffico d’armi con la Svizzera alle attività dei movimenti estremisti di destra e di sinistra, dal terrorismo della banda tedesca Baader Meinhof a quello irlandese, dalle indagini sulla morte di Giangiacomo Feltrinelli a depositi di armi vicino a Trieste; addirittura ai postumi del trafugamento della salma di Evita Peron dal cimitero milanese di Musocco). D’altra parte, l’Italia viveva settimane di grandissima tensione dopo una campagna elettorale molto violenta, e un grande attivismo di servizi segreti. Appena due settimane dopo l’attentato a Calabresi (il primo attentato politico di quegli anni in Italia), tre carabinieri moriranno dilaniati da un’esplosione a Peteano, in provincia di Gorizia. C’era, insomma, sconcerto e tensione, a cui si mischiavano, come si sarebbe saputo più tardi, le manovre più torbide della nostra storia recente.