Marco Bona Castellotti e Marco Carminati su Il Sole 24-Ore del 21/01/2001 a pagina 37; anche Fiorella Minervino su La Stampa del 22/01/2001 a pagina 13; Virginia Lupi su Il Mattino del 25 /01/2001 a pagina 19; Claudio Strinati su La Repubblica del 24/01/2, 21 gennaio 2001
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, era milanese di nascita e figlio d’un avventuriero. La fama lo raggiunse a Roma, dove approdò, appena ventunenne, nel 1592
Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, era milanese di nascita e figlio d’un avventuriero. La fama lo raggiunse a Roma, dove approdò, appena ventunenne, nel 1592. Qui il potente cardinale Dal Monte s’innamorò della sua pittura ancora acerba. Caravaggio, ospitato a Palazzo Dal Monte, realizzò su commissione alcune opere celebri (come i ”Giocatori di carte” e il ”Suonatore di liuto”) e trovò altri protettori tra le famiglie della nobiltà pontificia (Giustiniani, Barberini, Mattei e Borghese). Il suo carattere rissoso e impulsivo gli causò ben presto molti guai. Aveva già alle spalle qualche precedente penale quando, nel 1606, uccise in una rissa un certo Tommasoni, suo compagno di gioco nella pallacorda. Dopo l’omicidio fu costretto a rifugiarsi a Napoli, dove dipinse la ”Madonna del Rosario”, e poi a Malta. Nell’isola realizzò il ”San Gerolamo” e ”La decollazione di San Giovanni Battista”, poi, dopo aver litigato con i Cavalieri, dovette fuggire nuovamente. Trascorse l’ultima parte della vita a scappare: da Siracusa a Messina, da Palermo a Napoli. Qui venne raggiunto, aggredito e ferito dai sicari dei Cavalieri di Malta. Imbarcatosi per Porto Ercole convinto che il Papa avesse dimenticato l’assassinio commesso a Roma, fu invece arrestato. Tornato libero, malato di febbri e di rabbia, disperato per aver perso la barca con tutti i suoi averi, Caravaggio morì sulla spiaggia di Porto Ercole il 18 luglio del 1610.