Andrea Testa, Sette n.11, 1997, 26 gennaio 2001
Autoritratto: «Sono un po’ Tarantino (nel senso di Quentin, quello di Pulp Fiction, il mio modello) e un po’ napoletano (di Amalfi per la precisione)»
Autoritratto: «Sono un po’ Tarantino (nel senso di Quentin, quello di Pulp Fiction, il mio modello) e un po’ napoletano (di Amalfi per la precisione)». Eccolo, Gianni Volpe. Ha 40 anni, fisicamente ricorda Abatantuono. Curriculum: qualche spot nelle tv private, gli spezzoni mai montati di Alla ricerca di Ambra. Nel 1991 lavora sei mesi come programmista regista al Dipartimento scuola educazione della Rai. Vanta otto puntate di La scuola si aggiorna. Alla Rai si ricorda di lui un dipendente dell’ufficio personale che, più tardi, lo cercò senza mai trovarlo. In una valigetta, Volpe conserva metri di ritagli che parlano di lui. Unico falso dichiarato, quello dell’ ”Herald Tribune”: «Non ne sapevo niente, giuro. Sarà stato un mio collaboratore incauto».