Arturo Zampaglione Il VenerdÏ di Repubblica 26/1/2001 alle pagine 76-79, 26 gennaio 2001
L’attore Robert Redford, a proposito di «Tutti gli uomini del presidente», girato accanto a Dustin Hoffman nel 1976: «E’ il film che mi ha più riempito d’orgoglio, perché tutti avevano detto che non si poteva fare, che c’erano troppe resistenze politiche e che il pubblico era stufo del Watergate
L’attore Robert Redford, a proposito di «Tutti gli uomini del presidente», girato accanto a Dustin Hoffman nel 1976: «E’ il film che mi ha più riempito d’orgoglio, perché tutti avevano detto che non si poteva fare, che c’erano troppe resistenze politiche e che il pubblico era stufo del Watergate. In realtà il film non era sullo scandalo di Richard Nixon, ma sul giornalismo investigativo. Non fu facile, ma poi fummo premiati da un successo grande e inaspettato». «Ho sempre cercato di dimostrare che non ero solo un sex symbol, che avevo altre doti, anche se le mie qualità fisiche mi hanno procurato vantaggi. Ma non è stato facile, ho dovuto lottare per imporre i miei ruoli. Ne ho anche parlato con Brad Pitt e MAtt Damon; Matt è un ragazzo in gamba, sa cogliere i limiti e le potenzialità dell’aspetto fisico». «Non mi sentirei a mio agio a recitare con attrici molto più giovani di me, preferirei esplorare i rapporti tra coppie più mature». «Bisogna sempre costruirsi un’alternativa al cinema, un posto caldo, accogliente, dove rifugiarsi in caso di necessità. Perché la fama dura poco, specie adesso che tutto è più veloce e la capacità di memorizzazione del pubblico è sempre più breve». «Tutti i miei film hanno un aspetto personale, anche se questo non significa che attingano direttamente dalla mia vita. Lo sport, ad esempio, è sempre strato essenziale per me. Ho giocato a baseball, ho imparato lo swing del golf quando avevo undicic anni, anche se poi ho smesso. Mi piace sciare, andare a cavallo e in barca a vela E sarei infelice se non potessi più fare tutte queste attività». «Ci sono valori, come la gentilezza, a cui attribuisco una grande importanza, pur rendendomi conto che negli ultimi vent’anni li abbiamo dimenticati, trascurati, a favore del denaro e dei suoi sottoprodotti: arroganza, intemperanza, idiozia. Quando ero bambino mi insegnarono ch ela grazia era l’unico strumento per affrontare forze più grandi di noi. Solo interiorizzando il concetto di grazia, ad esempio, si può affrontare il rapporto con Dio. Adesso Dio è stato sostituito dalla sete di gloria».