Raffaella Polato Corriere della Sera 18/1/2001 pagina 29; anche Il Sole 24 Ore 26/1/2001 pagina 5, 18 gennaio 2001
La Chiquita International, primo produttore mondiale di banane, ha fatto sapere di non essere più in grado di rimborsare prestiti e interessi, quindi ha fermato i pagamenti
La Chiquita International, primo produttore mondiale di banane, ha fatto sapere di non essere più in grado di rimborsare prestiti e interessi, quindi ha fermato i pagamenti. In tutto fanno 862 milioni di dollari (quasi 1.800 miliardi di lire). Se i creditori accetteranno, il rimborso potrebbe avvenire in azioni, anche se dopo l’annuncio di bancarotta i titoli di Chiquita hanno perso quasi la metà del loro valore finanziario. L’azienda americana ha chiesto un risarcimento di 525 milioni di dollari (oltre 1.100 miliardi di lire) ai danni dell’Unione europea, per non aver riformato la politica di importazione delle banane. Nel 1992, la Ue cominciò a frenare l’esportazione di banane sudamericane, cioè quelle marchiate Chiquita, favorendo l’esportazione dall’ex colonie europee nei Caraibi e in Africa. Il provvedimento fece perdere alla Chiquita 1,3 miliardi di dollari. Nel 1997, la Wto (World Trade Organization), su ricorso degli Stati Uniti, ordinò a Bruxelles di modificare questo regime. La riforma del ’99, tuttavia, è stata giudicata insufficiente dalla Wto. Carl H. Lindner, amministratore delegato e primo azionista di Chiquita:«L’Europa agisce nell’illegalità. Chiquita non sarebbe in queste condizioni se non fosse per il falmlimento della politica del governo». L’anno scorso, la famiglia Lindner ha elargito 270 mila dollari ai Democratici di Clinton. Quest’anno, ha versato ai Repubblicani 550 mila dollari.