Silvia Bizio sulla Repubblica del 29/1/2001 a pagina 39, 29 gennaio 2001
L’attore americano Nicholas Cage a proposito della sua tendenza all’iperattività professionale: «Una volta qualcuno chiese ad Humphrey Bogart come faceva a fare tanti bei film, e lui rispose col suo tipico pragmatismo: "Lavorando senza sosta: non ho mai smesso di provarci"
L’attore americano Nicholas Cage a proposito della sua tendenza all’iperattività professionale: «Una volta qualcuno chiese ad Humphrey Bogart come faceva a fare tanti bei film, e lui rispose col suo tipico pragmatismo: "Lavorando senza sosta: non ho mai smesso di provarci". A me piace fare, concludere. Odio lasciare le cose in sospeso. E poi come attore mi sento al massimo della forma. Voglio battere il ferro finché è caldo». «Tutti pensano che io sia uno strano, un po’ dark. Qualcosa di vero c’è, ma solo fino ad un certo punto». «Sto pensando di adottare uno pseudonimo, Miles Lovecraft. L’idea non piace a certa gente del mio staff. Io continuerei a usare Nicholas Cage per i film più tradizionali, e Lovecraft per quelli fuori dai canoni. Un’indicazione per il mio pubblico e un modo per tentare di fare ordine nella mia testa un po’ schizofrenica». «Non lavoro con mio zio Francis Ford Coppola dal 1986, da quando abbiamo girato "Peggy Sue si è sposata". Il perché non lo so... le circostanze della vita. Ma con zio Francis siamo molto, molto uniti. Mi sembra che lui in questo periodo sia più attratto dalle sue vigne che dal cinema».