Giancarlo Perna, Panorama, n. 13 1997, 29 gennaio 2001
Nella sua carriera si contano una furbata e un incidente. Sdegnato per una mancata promozione a caporedattore, Lubrano si licenziò dal Tg2 e dalla Rai a fine anni Ottanta
Nella sua carriera si contano una furbata e un incidente. Sdegnato per una mancata promozione a caporedattore, Lubrano si licenziò dal Tg2 e dalla Rai a fine anni Ottanta .Un minuto dopo fu riassunto dalla stessa Rai come collaboratore del Tg3, per Mi manda Lubrano, con un compenso varie volte superiore. Questa l’astuzia. L’incidente invece fu avere prestato la faccia a una pubblicità del Mediocredito Lombardo che lanciava certificati di risparmio. Il Robin Hood dei consumatori si vendeva per 200 milioni l’anno a un’azienda! «L’ho fatto in memoria di mia madre, accanita risparmiatrice» fu la patetica giustificazione che Antonio rifilò ai giornali. Per colmo di disgrazia, il giurì di autodisciplina pubblicitaria sospese la réclame, giudicandola «ingannevole» per mancanza di trasparenza. Sono trascorsi quattro anni da allora. L’onta è sbiadita, ma anche la voglia di Lubrano di fare il paladino. Infatti, con dolore di molti, il nostro ha deciso di cambiare vita. E il desiderio di mutamento deve essere forte se lascia il transatlantico della Rai per il canotto di Cecchi Gori. Non c’è che una spiegazione: anche i paladini tirano i remi in barca.