Paola Rocco, 30 gennaio 2001
Secondo lo storico Franco Cardini, gli uomini del Medioevo nutrivano un forte interesse per scienza e tecnologia
Secondo lo storico Franco Cardini, gli uomini del Medioevo nutrivano un forte interesse per scienza e tecnologia. C’erano ragioni pratiche: tramontata la società schiavista romana, «che non aveva bisogno di spremersi le meningi (disponeva di manodopera gratis e molto abbondante), ci si cominciò a chiedere in quali modi era possibile lavorare meglio e fare meno fatica». Le scoperte si moltiplicano a partire dal XII secolo, con l’arrivo dall’Oriente delle opere degli antichi greci che l’Occidente ignorava o aveva dimenticato. Portati dagli arabi arrivano anche testi persiani e cinesi, importantissimi per l’astronomia e la medicina: «Personaggi come Ruggero Bacone, che in pieno Duecento compie osservazioni di tipo medico, sono impensabili se non si tiene conto che alle loro spalle c’è lo scienziato e filosofo persiano Avicenna. Il catalano Raimondo Lullo, vissuto all’epoca di Dante, potrebbe essere considerato un precursore del computer: inventò un sistema di rulli di carta con parole che, girando in modi diversi, formavano frasi che aiutavano a sviluppare la memoria. Se intendiamo con il termine scienza l’uso della ragione per migliorare le condizioni di vita e capire meglio l’assetto del mondo, credo che la scienza moderna cominci con Abelardo. Lui ed Eloisa ebbero un figlio e lo chiamarono Astrolabio. E’ come se oggi una coppia chiamasse suo figlio Ciclotrone o Genoma».