Anna Guaita su Il Messaggero del 30/1/2001 a pagina 18, 30 gennaio 2001
Secondo un gruppo di medici americani, il genio di alcuni artisti sarebbe una diretta conseguenza dei loro difetti fisici
Secondo un gruppo di medici americani, il genio di alcuni artisti sarebbe una diretta conseguenza dei loro difetti fisici. Per il professor Paul Wolf, docente di chimica in California, i virtuosismi tecnici di Paganini erano possibili grazie a un difetto genetico delle cartilagini, «che gli permetteva di contorcere le dita in modo innaturale». Van Gogh, per curarsi l’epilessia, prendeva la digitale, che può avere l’effetto collaterale di far vedere giallo: di qui il periodo giallo della sua pittura. Le tonalità degli ultimi quadri di Claude Monet sarebbero dovute all’aggravarsi di una cataratta: «All’inizio gli rimase la visibilità rosso-gialla, ma pian piano perse completamente la capacità di distinguere i colori». L’impeto passionale della musica di Johannes Brahms dipendeva dalla malattia polmonare che lo affliggeva: durante la notte era vittima di crisi di apnea e non riusciva a prendere sonno, la mattina si alzava di cattivo umore e si sfogava componendo impetuose melodie.