Panfilo Gentile, "Democrazie mafiose", Ponte alle Grazie, 1997(prima edizione 1969)., 30 gennaio 2001
Egualmente assente è la grande borghesia capitalistica. Questa ha interessi cospicui da far valere in sede politica, ma preferisce intendersi col potere a trattativa privata oppure si fa difendere per interposta persona da quei partiti le cui ideologie non sono incompatibili coi suoi interessi
Egualmente assente è la grande borghesia capitalistica. Questa ha interessi cospicui da far valere in sede politica, ma preferisce intendersi col potere a trattativa privata oppure si fa difendere per interposta persona da quei partiti le cui ideologie non sono incompatibili coi suoi interessi. La grande borghesia è stata messa sul banco degli imputati dalle ideologie socialiste. Essa potrebbe opporre a suo favore validi argomenti ma, come osservava Schumpeter, questi sono incomprensibili alle masse. Potrebbero avere una presa dinanzi a un pubblico di economisti o di filosofi storicisti, pubblico che nelle democrazie moderne non ha la minima autorità. Spesso i grandi businessmen hanno anche perduto la certezza morale del proprio diritto e si trovano nella stessa situazione di certi cardinali che non credono più ai diritti della Chiesa e invocano tacitamente la clemenza degli atei. Spesso i grandi businessmen pensano che, in definitiva, anche in regime comunista si avrebbe bisogno della loro capacità e che perciò non vale la pena prendersela calda per difendere un ordine cui non sono legate necessariamente le loro sorti. Niente è tanto falso quanto lo slogan demagogico dello strapotere politico del grande capitale. Questo non conta più niente.