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 2001  gennaio 31 Mercoledì calendario

Nato nel 1837, all’età di undici anni Gapper lasciò la disoccupazione cronica dello Yorkshire per offrirsi come apprendista idraulico a Londra, che raggiunse percorrendo a piedi 270 chilometri

Nato nel 1837, all’età di undici anni Gapper lasciò la disoccupazione cronica dello Yorkshire per offrirsi come apprendista idraulico a Londra, che raggiunse percorrendo a piedi 270 chilometri. Nel 1861 riuscì a mettersi in proprio, aprendo nel quartiere di Chelsea un negozio con annessi magazzino e fonderia. Fu qui, nel suo laboratorio di Malborough Street, che Gapper riuscì a risolvere il problema del continuo spreco d’acqua nei gabinetti. In quale anno preciso non è dato sapere, ma certamente non molto dopo l’accorato appello del governo di Sua Maestà. L’idraulico concetrò la sua attenzione sulla piccola vasca posta al di sopra della tazza e rifornita dal serbatoio sul tetto del palazzo. Come far si che non fosse necessario tenere continuamente tirata la catenella per fare scorrere l’acqua anche quando non ce n’era bisogno? La vasca ideata da Gapper conteneva uno scomparto circolare rifornito direttamente dal serbatoio posto alla sinistra del tubo centrale che scendeva fino alla tazza. In fondo a questo scomparto c’era una piastra, azionata da un braccio che la sollevava quando la catenella veniva tirata. Questo movimento della piastra sollevava l’acqua che superava così la parete dello scomparto ed entrava nel tubo principale. La sommità di quest’ultimo si trovava solitamente al di sopra del livello dell’acqua, ma l’acqua sollevata dallo scomparto rimpiazzava l’aria e determinava un effetto sifone che spingeva tutta l’acqua presente nello scomparto nel tubo centralee infine nella tazza: nessuno spreco, poichè l’acqua non poteva risalire oltre il bordo dello scomparto senza che si tirasse la catenella. L’acqua precipitava nella tazza con una velocità tale da ripurirla totalmente. Per sincerarsene Gapper gettò nella tazza una serie di oggetti generalmente ritenuti inaffondabili (mele, spugne, palloncini e persino i berretto di un suo operaio), e il collaudo risultò più che soddisfacente. Punto focale del suo sistema era il galleggiante: con l’abbassarsi del livello dell’acqua durante lo svuotamento anche il galleggiante (a quell’epoca una grossa sfera di rame) si abbassava, e il braccio metallico a cui era fissato apriva il foro dal quale l’acqua del serbatoio tornava a riempire la cisterna. Quando l’acqua giungeva a un certo livello il galleggiante si sollevava e il suo braccio chiudeva il foro. A questo punto, l’acqua stazionava nella cisterna finché non si tirava la catenella: nessuno spreco.