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 2001  febbraio 01 Giovedì calendario

Intanto: come mai il governo sta pensando di «mettere le mani sulle nostre liquidazioni»? Per questo semplice fatto: in autunno, facendo i conti su come sarebbe andato il 1997, ha sbagliato i calcoli

Intanto: come mai il governo sta pensando di «mettere le mani sulle nostre liquidazioni»? Per questo semplice fatto: in autunno, facendo i conti su come sarebbe andato il 1997, ha sbagliato i calcoli. E li ha sbagliati nel modo classico: ha previsto di incassare più di quello che poi ha effettivamente incassato e di spendere meno di quello che ha effettivamente speso. Vediamo: quelli che abbiamo chiamato ”incassi” si riferiscono in realtà al cosiddetto ”Pil”, ”prodotto interno lordo”, cioè quello che produciamo. Ciampi aveva previsto che il nostro Pil sarebbe aumentato, rispetto al 1996, del due per cento. Dice adesso che l’aumento è solo dell’1,2. Questi dati vengono dallo stesso Ministero del Tesoro e devono perciò essere presi così come sono. Per esempio, questo 1,2 è poco rispetto alla previsione che fece sei mesi fa il ministro, ma è tanto rispetto alla previsione che fecero, contemporaneamente a lui, gli istituti internazionali i quali dissero che l’aumento del Pil in Italia avrebbe molto difficilmente toccato l’1 per cento. Forse si sarebbe fermato allo 0,8, più probabilmente allo 0,5. In ogni caso, anche prendendo per buono questo 1,2, manca dai conti uno 0,8 per cento di ricchezza prodotta, e mancano perciò i soldi delle tasse che gli italiani avrebbero pagato su questa ricchezza. Questi soldi assommano a 24 mila miliardi. Però, siccome i tassi bancari sono calati, lo Stato ha pagato - rispetto alle previsioni d’autunno - ottomila miliardi di interessi in meno. Ventiquattromila meno ottomila fa sedicimila. Sedicimila (forse) sono i soldi che mancano e che il governo vuole recuperare. Quando si dice ”mancano”, naturalmente, ci si riferisce ai famosi ”parametri di Maastricht”. Cioè: ”mancano” per essere in regola o vicini alla regola dei parametri di Maastricht.