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 2001  febbraio 01 Giovedì calendario

Andrea Calderone, di anni 56, avvocato civilista e giudice di pace, convinto che sua moglie, Maria Rosa Gentile, di anni 46, impiegata alle poste, lo tradisca; ossessionato la minaccia; stufa lei lo lascia e si trasferisce a Roma, in casa del figlio Franco, 19 anni, ragazzone sportivo, iscritto infatti all’Isef, arbitro di tennis, eccetera; costui, con l’idea di metter fine a quel tormento, organizza un incontro col padre in una loro casa al mare di Gioiosa Marea, provincia di Messina; i due si incontrano e non dovrebbero parlare a lungo dato che il padre a un certo punto spara due colpi alla nuca del figlio con una 6,35 regolarmente denunciata e poi va dall’altro figlio, Giulio, di anni 20, studente di Scienze bancarie all’Università di Messina, che se ne sta nella casa di famiglia senza nulla sapere o immaginare, e spara anche a lui, stavolta con una Beretta calibro 9 non denunciata; non trovando ancora pace, l’avvocato scende al pianterreno dove vive sua madre Maria Giunta di anni 82 e spara pure a lei e trovandosi poi tra i piedi un fratello minorato, Michelangelo di anni 56, finisce con la medesima pistola anche lui, questa ecatombe trovando giustificazione in un suo piano segreto che consiste in questo: dichiarare alla moglie di lasciarla libera; consentirle di godersi la vita e gli uomini a suo piacimento ora che l’ha liberata della presenza sua e delle cure che impongono i parenti (così scrive infatti in tre lettere redatte poco prima di sdraiarsi sul letto e tirarsi l’ultimo colpo in bocca

Andrea Calderone, di anni 56, avvocato civilista e giudice di pace, convinto che sua moglie, Maria Rosa Gentile, di anni 46, impiegata alle poste, lo tradisca; ossessionato la minaccia; stufa lei lo lascia e si trasferisce a Roma, in casa del figlio Franco, 19 anni, ragazzone sportivo, iscritto infatti all’Isef, arbitro di tennis, eccetera; costui, con l’idea di metter fine a quel tormento, organizza un incontro col padre in una loro casa al mare di Gioiosa Marea, provincia di Messina; i due si incontrano e non dovrebbero parlare a lungo dato che il padre a un certo punto spara due colpi alla nuca del figlio con una 6,35 regolarmente denunciata e poi va dall’altro figlio, Giulio, di anni 20, studente di Scienze bancarie all’Università di Messina, che se ne sta nella casa di famiglia senza nulla sapere o immaginare, e spara anche a lui, stavolta con una Beretta calibro 9 non denunciata; non trovando ancora pace, l’avvocato scende al pianterreno dove vive sua madre Maria Giunta di anni 82 e spara pure a lei e trovandosi poi tra i piedi un fratello minorato, Michelangelo di anni 56, finisce con la medesima pistola anche lui, questa ecatombe trovando giustificazione in un suo piano segreto che consiste in questo: dichiarare alla moglie di lasciarla libera; consentirle di godersi la vita e gli uomini a suo piacimento ora che l’ha liberata della presenza sua e delle cure che impongono i parenti (così scrive infatti in tre lettere redatte poco prima di sdraiarsi sul letto e tirarsi l’ultimo colpo in bocca. Nella via Papa Giovanni XXIII di Barcellona Pozzo di Gotto, provincia di Messina. Mercoledì 16 aprile, di sera).