Gian Antonio Stella, Sette n. 14, 1996, 2 febbraio 2001
L’anno dopo, il salto definitivo: «Andai a Santo Domingo per girare Papaya dei Caraibi e ne approfittai per fare anche cinque film hard»
L’anno dopo, il salto definitivo: «Andai a Santo Domingo per girare Papaya dei Caraibi e ne approfittai per fare anche cinque film hard». Tutti firmati Joe D’Amato, il nome usato per fare i primi horror: «Per me fu un passaggio in qualche modo naturale. Erano anni che facevo film erotici. Avevo cominciato nel 1972 col genere boccaccesco che allora andava di moda. Poi avevo proseguito col decameronico e infine mi ero buttato sulla serie di Emmanuelle nera». Titoli come Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti. Oppure: Fra’ Tazio da Vellelri. O Livia, una vergine per l’impero. Degni del cinema di Ed Wood, «il peggior regista del mondo» protagonista un paio di anni fa di un celebre film.