Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  febbraio 02 Venerdì calendario

L’anno dopo, il salto definitivo: «Andai a Santo Domingo per girare Papaya dei Caraibi e ne approfittai per fare anche cinque film hard»

L’anno dopo, il salto definitivo: «Andai a Santo Domingo per girare Papaya dei Caraibi e ne approfittai per fare anche cinque film hard». Tutti firmati Joe D’Amato, il nome usato per fare i primi horror: «Per me fu un passaggio in qualche modo naturale. Erano anni che facevo film erotici. Avevo cominciato nel 1972 col genere boccaccesco che allora andava di moda. Poi avevo proseguito col decameronico e infine mi ero buttato sulla serie di Emmanuelle nera». Titoli come Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti. Oppure: Fra’ Tazio da Vellelri. O Livia, una vergine per l’impero. Degni del cinema di Ed Wood, «il peggior regista del mondo» protagonista un paio di anni fa di un celebre film.