Vittorio Ravizza, La Stampa, 08/02/1995, 8 febbraio 1995
Il computer è un cretino? «Con un calcolatore classico per trovare i fattori primi di un numero di 200 cifre occorrerebbero due miliardi di anni; con un calcolatore quantistico basterebbe una frazione di secondo
Il computer è un cretino? «Con un calcolatore classico per trovare i fattori primi di un numero di 200 cifre occorrerebbero due miliardi di anni; con un calcolatore quantistico basterebbe una frazione di secondo. Nel primo caso saremmo davanti a un classico problema intrattabile, che diventa trattabile nel secondo. [...] Un calcolatore classico è in grado di elaborare un input alla volta, sia pure con grande rapidità; per accrescere la velocità di calcolo dei computer le dimensioni devono essere sempre più piccole in modo che i singoli componenti possano comunicare tra loro in tempi sempre più brevi. La prossima frontiera prevede di utilizzare come componenti atomi e particelle subatomiche, un livello in cui la meccanica quantista, la teoria fisica che si occupa delle interazioni delle particelle elementari, offre possibilità sorprendenti. Secondo le premesse teoriche un calcolatore quantistico potrebbe lavorare contemporaneamente su più input di sovrapposizione. ”Ciò è la conseguenza del fatto che una particella ’classica’ è qui o là mentre una particella quantistica può essere in più posti nello stesso tempo, e che quindi un calcolatore quantistico può essere in più stati nello steso tempo” (Giuseppe Castagnoli). E l’intelligenza artificiale? Sarà il calcolo quantistico la strada per creare macchine capaci di funzionare come il cervello umano? Su questo punto Sir Penrose è categorico: ”Certamente sarà possibile costruire macchine molto più avanzate. Ma il cervello umano è un’altra cosa; si può parlare di intelligenza in senso proprio solo quando vi è attività cosciente e capacità di giudizio. Un traguardo che nessun computer potrà mai raggiungere”».