Marco De Martino, Panorama, n. 18 1997, 2 febbraio 2001
Quando si fa shopping anche l’occhio vuole la sua parte. Per capire quale sia questa parte bisogna però sapere che in condizioni di luce normale la persona media batte le ciglia 32 volte al minuto
Quando si fa shopping anche l’occhio vuole la sua parte. Per capire quale sia questa parte bisogna però sapere che in condizioni di luce normale la persona media batte le ciglia 32 volte al minuto. E che quando, entrando in un negozio, la persona media si trasforma in consumatore, i battiti di ciglia diminuiscono fino a una media di 14 al minuto. Non sono solo le diverse condizioni di luce a determinare il nuovo ritmo. Dipende anche dalla motivazione che spinge all’acquisto: se compriamo per risparmiare, strizziamo gli occhi di più; se a motivarci è l’ostentazione sociale, di meno. Sempre il corpo ha bisogno di tempo per adattarsi al nuovo ambiente del negozio e rallentare le sue funzioni: in genere ci vogliono dai quattro agli otto metri; qualche passo in più se si è arrivati guidando; di meno se si camminava. Tutte ragioni per cui Paco Underhill sostiene che è meglio non mettere niente di valore all’ingresso dei negozi: in quella che lui chiama «zona di decompressione» si vende meno. Il 30 per cento in meno, per essere esatti.