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 2001  febbraio 05 Lunedì calendario

L’ultima rivista interpretata da Anna Magnani, nel ’53, s’intitolava "Chi è di scena?". Le prove furono burrascose, la Magnani pretendeva di dettar legge su tutto, dalle scene ai costumi (per non parlare del copione)

L’ultima rivista interpretata da Anna Magnani, nel ’53, s’intitolava "Chi è di scena?". Le prove furono burrascose, la Magnani pretendeva di dettar legge su tutto, dalle scene ai costumi (per non parlare del copione). Nelle sue lettere alla compagna (la costumista Leonor Fini), lo scenografo Stanislao Lepri esprime il proprio disappunto per le continue interferenze: «Esco ora (venerdì sera) da una riunione estenuante di tre ore con Anna. Inutile raccontarti i dettagli: gli urli, le frasi drammatiche. Anna tiene molto, e mi chiede di ricordartelo, al siparietto con le sue teste che tu stessa hai proposto di fare: a un certo momento ha proposto di mettere le sue facce sul divino siparietto con le libellule, ma mi sono opposto recisamente. Dice che tu avevi un’idea di piante e fiori in cui appaiono musi di Anna: questo, se credi, potresti farlo senz’altro, perché sarà certamente utilizzato». «Ora cominciano i guai. Galdieri mi ha detto che Anna sta rimaneggiando tutto il copione: vuole abolire anche il cinema muto e non so quante altre scene. Lui è disperato. Telefoniamo a Anna e alle 7 siamo da lei, senza Galdieri e fingendo di non averlo visto. Anna ha gli occhi segnati fino al mento. Dice che bisogna riprendere tutti gli sketches abbandonati. Si farà Marte, il fondo marino, il cinema muto e tutto quanto. Aveva rinunciato a fare la parte di Aida perché la trovava troppo cretina quella storia della serva, ma ora che ha visto il costume la vuole fare e supplica tutti di mandare suggerimenti per rendere lo sketch meno idiota. Ammira molto la scena e il costume di Sade ma per gli altri costumi vorrebbe molta più violenza e stracci, meno balletto. Per es.: donne scapigliate che attraversano la scena urlando con pugnali e spilloni nelle carni tenere e macchie di sangue, squarci di luce che illuminano corpi impiccati e torturati, bei giovani travestiti con corsets femminili, etc.». «La coreografa (June Graham) sta preparando balletti nello stile americano più detestabile delle cafonate di Galdieri. Se non mi sfogo oggi mi verrà il collasso. Parlato ora con Anna. Dice che debbo fare il grugno duro. Mai più farò la pazzia di venirmi a mettere spontaneamente nella fossa dei leoni!». Lo spettacolo andò in scena, con la regia di Galdieri e le musiche di Giuseppe Gagliano, al Teatro del Casinò di San Remo il 21 dicembre del 1953. Fu un fallimento. La Magnani attese più di dieci anni prima di decidersi a tornare sul palcoscenico, nel 1965, con "La lupa" di Verga (diretta da Franco Zeffirelli) al Teatro Quirino di Roma.