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 2001  febbraio 06 Martedì calendario

Joanne K. Rowling, l’autrice della saga di Harry Potter, giovane apprendista stregone (settanta milioni di copie vendute), ha raccontato di aver avuto la prima idea del romanzo nel corso di un viaggio in treno: «Harry Potter è comparso per la prima volta durante un viaggio di ritorno Manchester-Londra, dopo un fine settimana passato a cercare casa

Joanne K. Rowling, l’autrice della saga di Harry Potter, giovane apprendista stregone (settanta milioni di copie vendute), ha raccontato di aver avuto la prima idea del romanzo nel corso di un viaggio in treno: «Harry Potter è comparso per la prima volta durante un viaggio di ritorno Manchester-Londra, dopo un fine settimana passato a cercare casa. Non avevo mai provato un’emozione simile. Ho capito immediatamente che scrivere quella storia sarebbe stato un vero piacere. Ma ero lì, con l’idea della mia vita e non avevo nemmeno una penna che funzionasse! Sono stata costretta a far vivere tutte quelle idee nella mia testa. La scuola di magia di Hogwarts è la prima cosa su cui mi sono concentrata. Immaginavo un posto dove regnasse l’ordine ma si nascondessero pericoli immensi, dove le doti dei bambini superassero di gran lunga quelle dei loro professori. Doveva essere un luogo isolato, e l’ho subito immaginato da qualche parte della Scozia». «Finire il primo libro è stato uno sforzo immane. Mettevo mia figlia Jessica nel passeggino, la portavo al parco e cercavo di sfinirla. Quando si addormentava mi precipitavo in un caffè a scrivere. Nei caffè dove andavo non sempre apprezzavano che mi installassi lì delle ore senza consumare quasi nulla. E’ così che ho terminato il primo volume. Avevo letto sul "Writer’s and Artist’s Year Book" che la lunghezza giusta di un libro per ragazzi è quarantamila parole. Il mio ne aveva novantamila! Per cercare di dissimulare la cosa avevo scritto il testo con interlinea uno, ma non ci è cascato nessuno. Ho dovuto ribattere tutto con interlinea due. Nei fine settimana andavo con circospezione all’università per poter usare i computer, e lì scrivevo con Jessica ai miei piedi, assorbita nei suoi puzzle». «Nel luglio ’97 è uscito il libro. Ho girato tutto il giorno con una copia sotto il braccio. Jessica era in grado di decifrare soltanto due parole, "Harry" e "Potter", e le urlava a tutti i librai. Ero certa che mi sospettassero di averla spinta a farlo».