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 2001  febbraio 06 Martedì calendario

Quando scrive un romanzo Loriano Macchiavelli si alza alle sette del mattino e si siede subito al computer: «C’è stato qualche problema con l’orario quando ho scritto i miei due libri con Francesco Guccini, perché lui va a dormire all’ora in cui io mi sveglio

Quando scrive un romanzo Loriano Macchiavelli si alza alle sette del mattino e si siede subito al computer: «C’è stato qualche problema con l’orario quando ho scritto i miei due libri con Francesco Guccini, perché lui va a dormire all’ora in cui io mi sveglio. Poi abbiamo trovato un compromesso: lavoravamo all’osteria dalle cinque del pomeriggio alle dieci di sera». Macchiavelli scrive in media un romanzo l’anno, facendo prima una scaletta di circa dieci pagine su fogli protocollo, che rappresenta la struttura portante del romanzo. Sugli stessi fogli annota i risultati delle ricerche: a sinistra le notizie e a destra i dati per ritrovarle. Poi si siede al computer. Scrive il romanzo da cima a fondo, fa passare un po’ di tempo e lo rilegge: «Appena finite, le pagine mi sembrano sempre bellissime». Per i titoli si affida alla sua «prima lettrice», la moglie Franca, e al parere degli amici: «Quelli che mi vengono in mente sono vergognosamente brutti». Macchiavelli non soffre di crisi da pagina bianca: «Scrivere mi viene facile: già alle medie scrivevo raccontini pornografici da vendere ai compagni». I suoi portafortuna: una collezione di quasi cinquanta penne stilografiche, dieci delle quali in uso, tutte con inchiostro di colore differente. Per aiutarsi nella scrittura si concede uno o due bicchierini di grappa o di nocino fatto da lui nel corso della mattinata.