Antonella Mariotti su La Stampa del 7 febbraio 2001 a pagina 14, 7 febbraio 2001
Secondo una statistica Unicef muoiono oltre 20 mila bambini all’anno per cause accidentali. Il 41 per cento in incidenti stradali, 15 per cento annegamenti, 14 per cento ferite intenzionali, 7 per cento bruciature, 4 per cento cadute, 2 per cento avvelenamenti, 1 per cento armi da fuoco, 16 per cento cause non precisate
Secondo una statistica Unicef muoiono oltre 20 mila bambini all’anno per cause accidentali. Il 41 per cento in incidenti stradali, 15 per cento annegamenti, 14 per cento ferite intenzionali, 7 per cento bruciature, 4 per cento cadute, 2 per cento avvelenamenti, 1 per cento armi da fuoco, 16 per cento cause non precisate. Se il tasso di mortalità fosse ovunque quello della Svezia (il più basso nella statistica) si salverebbero 12 mila bambini l’anno, 1600 in Europa e 4700 negli Stati Uniti. Sette standard di sicurezza da rispettare: caschi per i ciclisti, limiti di velocità, seggiolini e cinture in auto, chiusure per gli armadi di medicinali, rilevatori di fumo in casa, sistemi di sicurezza per le zone di gioco. La morte accidentale è più frequente tra i maschi: nei paesi dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo) hanno il 70 per cento di probabilità in più di morire rispetto alle femmine. Spiegazione: i bambini rischiano di più delle bambine, genitori e scuola sono più permessivi con loro. Un bambino ha più probabilità di ferirsi o morire se ha un solo genitore, se la madre è molto giovane o poco istruita, se vive in un’abitazione povera, se ha una famiglia numerosa, se i genitori usano droga o alcol. Politiche di prevenzione sono difficili perché non si sa esattamente quali siano i bambini a rischio.