Claudio Carlone, Capital n. 6, 1997., 7 febbraio 2001
Nel 1986 lei ha lanciato il ”progetto genoma” a livello mondiale, per decifrare il patrimonio genetico dell’uomo
Nel 1986 lei ha lanciato il ”progetto genoma” a livello mondiale, per decifrare il patrimonio genetico dell’uomo. Qualche anno dopo, nel’93, ha scelto di lavorare in Italia, all’Istituto di tecnologie biomediche del Cnr di Milano, poi di guidare la Commissione oncologica nazionale. Da cosa nasce ora la scelta di gettare la spugna? «All’inizio non mi ero reso conto di quello che mi aspettava. Il progetto era già partito nel’90, quindi non ero a conoscenza dei metodi e dei meccanismi di finanziamento. I problemi sono sorti nel’95, quando la prima fase si è conclusa: solo alla fine, e quando i soldi erano già stati spesi tutti, si è cominciato a parlare di rinnovo. Poi, a metà ’96, è stato nominato un comitato di prefattibilità, del quale anch’io facevo parte, e che ha lavorato mesi per stendere un documento preliminare. Dopo altri sei mesi è stato nominato un comitato di fattibilità, composto più o meno dalle stesse persone, che ha prodotto un altro documento appena diverso da quello precedente. E da allora non è accaduto nulla, se non il fatto che il progetto è fermo da un anno e mezzo. Non si sa se verrà rinnovato, e se sì, quali finanziamenti riceverà e quindi quale programma sarà possibile impostare per la seconda fase. Non capisco come si possa andare avanti» (Renato Dulbecco a Claudio Carlone).