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 2001  febbraio 08 Giovedì calendario

Per gli egiziani, e in tutto il Vicino Oriente, il blu era un colore benefico che teneva lontane le forze del male: veniva spesso associato ai riti funebri per proteggere i morti nell’aldilà

Per gli egiziani, e in tutto il Vicino Oriente, il blu era un colore benefico che teneva lontane le forze del male: veniva spesso associato ai riti funebri per proteggere i morti nell’aldilà. Per greci, romani ed ebrei il blu invece era un colore poco importante, che si portava per lutto o mortificazione. Contribuiva a dargli una connotazione negativa il fatto che i barbari coltivassero l’isatis tinctoria, una pianta che tingeva di blu, per colorarsi il corpo prima delle battaglie e incutere timore agli avversari. Nelle antiche società indoeuropee, il bianco aveva due contrari, il rosso e il nero. Il rosso ha rappresentato per secoli il tessuto tinto, il bianco il tessuto non tinto ma pulito, il nero il tessuto non tinto ma sporco. Il termine "rosso" ("purpureus", in volgare porpora) era spesso associato a concetti come ricchezza, prestigio, bellezza o amore, ma anche al sangue, alla morte e al fuoco. Nella cultura cristiana il blu non ha parte: nell’alto Medioevo non è usato quasi mai nemmeno per la colorazione del cielo, in genere bianco o dorato. A partire dall’epoca carolingia l’oro e i colori brillanti cominciano a farsi strada nei tessuti liturgici: i concili si limitano a proibire le righe e i vestiti troppo vistosi e a ribadire la supremazia del bianco (in contrapposizione, i diavoli e l’inferno vengono rappresentati in colori scuri). Dal XII secolo si attribuiscono ai colori precisi significati simbolici: bianco è purezza e innocenza, nero astinenza, penitenza e afflizione, rosso il sangue versato per la Chiesa. Innocenzo III disciplina l’uso dei colori nella liturgia, per cui il bianco va bene per le feste degli angeli e dei santi, il rosso per le feste degli Apostoli e dei martiri, il nero per le messe dei defunti, per l’Avvento e per la Quaresima. Il verde è utilizzato per tutti gli altri giorni, come colore neutro dal basso valore simbolico. Il blu non ha un significato preciso, nelle miniature resta al lungo un colore di fondo, uno dei colori del cielo e, qualche volta, il colore dei vestiti della Vergine addolorata. Alla fine del Medioevo si passa da un sistema a tre colori base (bianco, rosso e nero) a uno a sei colori: è fondamentale in questo passaggio il ruolo dei vestiti della Madonna, scuri fino alla metà del XII secolo e poi sempre più spesso blu, in una tonalità più chiara e luminosa. Il blu diventa di moda, associato all’idea di gioia, amore, lealtà, pace e conforto. La rivincita del blu è preceduta da una valorizzazione del nero, provocata dalle leggi suntuarie e dai decreti vestimentari che quasi in ogni paese proibivano l’uso di colori e lussi eccessivi nel vestiario delle classi medie. Il XV secolo è il secolo del nero e del grigio. La loro fortuna cresce con la Riforma protestante: per i riformatori i colori sono segno di lusso e di peccato, nascondono la creazione divina e vanno aboliti (onesti e morali sono solo il nero, il bianco, il grigio e il blu). A metà Settecento il blu è uno dei colori più portati nell’abbigliamento: Goethe immagina il giovane Werther vestito di una marsina blu il giorno in cui incontra Carlotta, facendone un colore di culto del Romanticismo.