Ettore Della Giovanna, "Scherzi della memoria", Piemme, 1997., 8 febbraio 2001
Al termine della serata, Churchill salutò Scelba dicendogli: «Mi dica poi le sue impressioni su Coventry»
Al termine della serata, Churchill salutò Scelba dicendogli: «Mi dica poi le sue impressioni su Coventry». Quando, prima del viaggio, l’ambasciatore inglese a Roma aveva chiesto a Scelba se avesse qualche desiderio particolare, di visitare i centri industriali, Manchester, o Glasgow, o Sheffield, Scelba disse che avrebbe voluto vedere Coventry. La ricostruzione in Italia procedeva bene, ma restavano ancora problemi immani da affrontare, mentre anche i giornali italiani parlavano di una rinascita prodigiosa di Coventry: la città ”coventrizzata” nel novembre del 1940, era stata non già ricostruita sulle rovine, bensì creata ex novo come un’altra città destinata a sosti- tuire quella distrutta, e questa nuova Coventry era già famosa per la rapidità con cui era sorta su progetti funzionali allora all’avanguardia. Il nostro Presidente del Consiglio sperava di acquisire le nozioni precise e concrete fondamento dell’operazione per adottarle in Italia, cominciando, per esempio, da Cassino. Il proposito era sagace, ma inficiato da un errore madornale che i nostri uomini politici commettono ancor oggi quando, nei loro interventi per perorare l’approvazione di una legge, avvalorano la concione spiegando che un simile provvedimento è già stato preso e applicato con successo in Inghilterra.