Georges Perec, "Pensare/classificare", Rizzoli, 1989, 8 febbraio 2001
Così, uno dei principali problemi per l’uomo che conserva i libri che ha letto, o che si ripromette un giorno di leggere, è dunque quello dell’accrescimento della propria biblioteca
Così, uno dei principali problemi per l’uomo che conserva i libri che ha letto, o che si ripromette un giorno di leggere, è dunque quello dell’accrescimento della propria biblioteca. Non tutti hanno la fortuna di essere il Capitano Nemo: «...per me il mondo è finito il giorno in cui il Nautilus si è inabissato per la prima volta nelle acque. Quel giorno, ho comprato i miei ultimi libri, i miei ultimi opuscoli, i miei ultimi giornali, e da allora voglio credere che l’umanità non ha più pensato né scritto». I 12.000 volumi del Capitano Nemo, tutti rilegati alla stessa maniera, sono stati classificati una volta per tutte, e tanto più facilmente dal momento che la classificazione, viene precisato, non fa distinzione, almeno dal punto di vista linguistico (precisazione che non riguarda affatto l’arte di sistemare una biblioteca, mentre intende più semplicemente ricordarci come il Capitano Nemo parli indifferentemente tutte le lingue). Ma per noi, che continuiamo ad avere a che fare con un’umanità che si ostina a pensare, a scrivere e soprattutto a pubblicare, il problema dell’incremento delle nostre biblioteche tende a diventare il solo problema reale: è evidente che non è poi così difficile conservare dieci o venti libri, e diciamo pure anche cento; ma quando si comincia ad averne 361, o mille, o tremila, e soprattutto quando il numero continua ad aumentare ogni giorno o quasi, allora il problema si pone davvero: in primo luogo, dove sistemare tutti questi libri; poi, poterli trovare allorché, per una ragione o l’altra, arriva il momento in cui si ha finalmente voglia o bisogno di leggerli, o anche di rileggerli.