Nanni Delbecchi su Ventiquattro del 3/2/2001 a pagina 76-77, 3 febbraio 2001
«Per secoli e secoli, noi italiani siamo vissuti nella persuasione che siano altri quelli che ci governano, quindi siamo disabituati a comandarci da soli, abbiamo sviluppato una ineluttabile vocazione servile
«Per secoli e secoli, noi italiani siamo vissuti nella persuasione che siano altri quelli che ci governano, quindi siamo disabituati a comandarci da soli, abbiamo sviluppato una ineluttabile vocazione servile. Noi non eravamo, e non siamo, lo Stato. Lo Stato erano la Spagna, l’Inghilterra, la Francia. Dai bizantini ai Piemontesi, ci hanno conquistato tutti i popoli della terra. La conseguenza è che non esiste nessun altro Paese dove sia altrettanto pronunciata l’avversione per la legalità. Paese di vicereami e popolo di servi, seppure servi sublimi, abbiamo sempre assimilato la legalità a una forma di oppressione. La legalità, pensiamo, è un trucco dei potenti; se voglio farmi strada, posso infrangerla» (Cesare Gradoli, critico letterario).