9 febbraio 2001
A nostro avviso, la polizia non ha in mano elementi sufficienti per tenere in carcere Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, i due dottorandi accusati dell’omicidio di Marta Russo
A nostro avviso, la polizia non ha in mano elementi sufficienti per tenere in carcere Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, i due dottorandi accusati dell’omicidio di Marta Russo. Non c’è l’arma del delitto, non c’è il movente. I testimoni risultano incerti, lacunosi e fortemente contradditori. Il quadro d’insieme è un misto di cattiva letteratura e giornalismo da quattro soldi: i due accusati sarebbero dei teorici del Super-uomo, sprezzanti dell’umanità e delle sue leggi e dunque inclini al delitto gratuito; i docenti e il personale dell’Istituto di Filosofia del Diritto sarebbero succubi di costoro e dediti a pratiche amministrative e/o didattiche innominabili. Esami venduti, assunzioni di falsi invalidi, orge nei corridoi della facoltà di giurisprudenza? Nessuno lo ha detto con chiarezza, nessuno lo ha provato. L’assenza totale di riscontri minimamente concreti è stata mascherata dall’atteggiamento sostanzialmente colpevolista della stampa, che ha parlato senz’altro di ”omertà” a proposito dei ”silenzi” dell’Istituto di Filosofia del diritto. E’ possibile, ma di sicuro non provato: se gli assassini di Marta non stanno a Filosofia del Diritto, sarà assai difficile trovare qualcuno che racconti qualcosa.