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 2001  febbraio 09 Venerdì calendario

Quale sia il suo vero obiettivo finora nessuno lo ha capito. Luigi Giribaldi, finanziere piemontese con vista su Monaco, continua imperterrito a rastrellare i titoli della scuderia De Benedetti

Quale sia il suo vero obiettivo finora nessuno lo ha capito. Luigi Giribaldi, finanziere piemontese con vista su Monaco, continua imperterrito a rastrellare i titoli della scuderia De Benedetti. Dal suo ufficio nel Principato, l’ex proprietario della Traco ha acquistato azioni della Cofide fino a toccare il 20 per cento del capitale della finanziaria, ha superato il 17 per cento della Cir e non ha disdegnato neppure una piccola incursione a Ivrea comperando un pacchetto di titoli Olivetti. In borsa si chiedono dove voglia arrivare Giribaldi visto che la Cofide, la cassaforte di Carlo De Benedetti, è blindata da un patto di sindacato e la Cir è saldamente nelle mani della Cofide. Sono in molti a credere che il finanziere amante di auto e orologi abbia tentato un’azione di disturbo contro l’Ingegnere, cacciandosi invece in un vicolo cieco da cui non riesce più a uscire. Tesi che non tutti condividono. In qualche sim milanese circola infatti una suggestiva interpretazione delle mosse di Giribaldi, che spiegherebbe anche perché un accordo con De Benedetti potrebbe essere non solo possibile ma addirittura imminente: il finanziere avrebbe acquistato i pacchetti di azioni del Cofide e della Cir scommettendo sull’interesse dell’Ingegnere a fondere le due società. La fusione consente di accorciare la strada che i dividendi devono percorrere per arrivare agli azionisti, e dunque fa comodo a De Benedetti. Per realizzare questo progetto, l’Ingegnere deve acquistare le azioni di Giribaldi, altrimenti nella nuova società che nascerebbe dalla fusione avrebbe una quota inferiore al rivale. Il problema è che De Benedetti non ha al momento i mezzi per comprare i due pacchetti di Giribaldi, che ai prezzi di mercato valgono oltre 170 miliardi. Di qui l’impressione che un accordo non sia semplice.