Guido Fontanelli, Panorama, n. 25 1997, 9 febbraio 2001
Opa dribblata? Ma c’è un fatto nuovo che modifica sostanzialmente questa situazione: l’offerta pubblica lanciata dalla Cir sulla Sasib
Opa dribblata? Ma c’è un fatto nuovo che modifica sostanzialmente questa situazione: l’offerta pubblica lanciata dalla Cir sulla Sasib. L’operazione permetterà al gruppo De Benedetti di assorbire e di rivendere a pezzi un’azienda che vale oltre 1.300 miliardi. E fornirebbe dunque all’Ingegnere i mezzi per risolvere il problema Giribaldi. Incassati i soldi del «break-up» della Sasib, e dopo aver pagato i soci terzi, alla Cir resterebbero infatti parecchie centinaia di miliardi di liquidità. Puntando proprio su questa novità Giribaldi avrebbe di recente arrotondato la partecipazione nella Cir. Ai più attenti osservatori della borsa non è sfuggito che, nell’ipotesi di una fusione tra Cofide e Cir con un rapporto di concambio di due azioni della prima per una della seconda, De Benedetti si troverebbe ad avere il 23 per cento circa della nuova società, mentre Giribaldi il 27 per cento: sommando le due cifre si arriverebbe giusto al 50 per cento, quella soglia che consentirebbe all’Ingegnere di mantenere senza problemi il controllo del gruppo. Quindi, secondo l’ultima interpretazione che circola a piazza Affari, Giribaldi potrebbe offrire all’Ingegnere i due pacchetti di azioni Cir e Cofide a un prezzo che garantisca allo scalatore monegasco un profitto adeguato e con una formula che permetta di dribblare l’offerta pubblica d’acquisto. Anche perché all’orizzonte incombe una riforma dei patti di sindacato che metterebbe a rischio il controllo della Cofide. E questa è un’altra variabile a favore del finanziere che sembrerebbe finito in trappola.